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Dionigi Naldi
(Brisighella, 1465 – Venezia, 1510). Condottiero, fondò insieme a due cugini l'esercità dei Briisghelli che combattèitaliano.
Militò con la sua compagnia di ventura al servizio della Repubblica di Venezia.
Scelto come il personaggio storico che più rappresenta Brisighella Dionisio di Naldo fu un condottiero di soldati della famiglia dei Naldi, Signori di Vezzano, castello fortificato poco distante da Brisighella, poi trasferiti nel Borgo.
Dionisio nato nel 1464 era figlio di Giovanni Naldi e di Violante di Lozzano. Sposò Dianora Valgimigli, che gli diede due figlie.
Insieme ai cugini Vincenzo (1466-1525) e Carlino († 1515) formò nel 1492 rono una compagnia di ventura, che raccoglieva uomini nella valle del Lamone, i “Brisighelli”, gente forte, vigorosa, ma soprattutto sempre pronta a menar le mani.
La formazione militare operò tra il 1492 e il 1496 al servizio di Ferdinando I di Napoli d'Aragona contro Carlo VIII di Francia.
Nel 1498 Dionisio è al servizio di Caterina Sforza. Nel novembre-dicembre 1498 era il capitano della rocca d'Imola al momento dell'attacco di un esercito guelfo guidato da Cesare Borgia (novembre-dicembre 1499). Con la caduta della rocca, Dionisio passò al servizio del Borgia.
Dopo la morte di papa Alessandro VI, nel 1503 e il calo della fortuna di Cesare Borgia, Dionisio passò definitivamente al soldo della repubblica veneta. Al soldo della Repubblica di Venezia, la indusse a una politica di conquista della Romagna: risalendo così da Ravenna, per la valle del Lamone a Faenza, poi, a Brisighella, ove i veneziani entrarono nel novembre del 1503.
Nel 1506 acquistò dalla Serenissima la Torre di Calamello, e l'annesso titolo di Signore.
Nel 1508 la Serenissima scese in guerra contro l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo. Dionisio partecipò alla battaglia detta "di Rio Secco", nella quale i veneziani trionfarono.
Nel 1509 combatté contro le truppe dalla Lega di Cambrai (papa, Francia, la Spagna e l’imperatore), in particolare si distinse nella sanguinosa battaglia di Agnadello (14 maggio 1509), in cui Venezia fu sconfitta. Tre giorni dopo Dionisio fu nominato capitano di tutte le fanterie venete. Morì, colto da febbre e con l'assedio di Verona in atto, nel 1510 a Venezia dove fu trasportato e sepolto nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo con un monumento a lui dedicato a opera di Lorenzo Bregno, onori inusuali per un non veneziano.
Nell'agosto del 1512 il consiglio dei Dieci confermò alla moglie ed alle figlie le agevolazioni concesse in precedenza a Dionigi, consistenti in una casa a Padova e una rendita annua di 2000 ducati.
Fu uno dei più valorosi capitani del suo tempo ed è considerato a tutt'oggi, con il cugino Vincenzo, tra i più capaci riformatori della fanteria veneta, alla quale diede un grande sviluppo di azione rispetto alla cavalleria.
Dionisio dotò le truppe di Brisighella di una propria divisa, costituita da una casacca metà bianca e metà rossa, in un'epoca in cui gli eserciti non erano ancora dotati di una vera e propria uniforme.