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BRISIGHELLA
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Giuseppe Ugonia

(Faenza 1881 - Brisighella 1944)

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Giuseppe Ugonia, pittore e litografo, legò il suo nome a Brisighella. Ancora oggi Brisighella, con le sue strade e i suoi colori, i suoi silenzi e i suoi tre colli, conserva intatte le visioni e le immagini che ispirarono la lunga solitaria meditazione di questo artista. Che, al passaggio dei due secoli, scelse di rappresentare la natura e la storia di un luogo sublime ma appartato con una tecnica particolarissima come la litografia.

Il rapporto con Brisighella
A Brisighella, Fafina (così era il suo soprannome), dedica le più belle tra le sue vedute a colori. L’amore, la raffinatezza degli accostamenti sottili del colore, la tecnica litografica sofisticata, hanno prodotto delicate e calde icone per il conforto del cuore.
"Non riesco a dipingere altro", confessava all’amico critico Francesco Sapori. Ugonia riesce a trasfigurare la realtà grazie alla sapienza incisoria di cui si rese padrone assoluto. Figlio di genitori nativi di Brisighella, Giuseppe Ugonia frequentò la Scuola di Arti e Mestieri fondata da Tommaso Minardi a Faenza.

Il Cenacolo faentino e Ugonia
Amico e compagno di studi di Domenico Baccarini, entrò ben presto a far parte del suo cosiddetto “cenacolo”. Cioè riunioni serali cui partecipava questo gruppo di artisti allievi della stessa scuola, animati dello stesso fervore per l’arte. Si radunavano per disegnare e incidere, discutere di cultura e di letteratura. Baccarini incoraggiò Ugonia ad esercitarsi a disegnare direttamente sulla pietra.
Nel 1908 si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Durante il periodo bolognese approfondì la conoscenza della litografia, eleggendo questa tecnica a sua principale fonte di espressione.
Ugonia comincia con il disegno, coltivato intensamente fin dai tempi del Cenacolo faentino. I disegni possono essere schizzi dal vero, studi per litografie a due colori e a più colori. I primi riproducono figure umane, pose di bambini. Che, sintetici ed essenziali, serviranno alla sua vasta produzione di biglietti che contempla, a differenza delle litografie, la presenza della figura umana.
I disegni preparatori per le litografie seguono più da vicino il percorso che giungerà alla traduzione sulla pietra, ne seguono l’evoluzione lenta e costante, l’avvicinarsi progressivo alla visione finale. La pietra sapientemente incisa permetterà di ricavare, con l’ausilio del tornio e particolari passaggi di colore sulla superficie, più copie litografiche.
Primeggia il rapporto, soprattutto epistolare, con l’amico critico Francesco Sapori. I suoi diari, accanto alle lettere, sono costituiti dagli acquarelli, quotidiana via di accesso al rapporto con le cose del mondo specie attraverso il paesaggio.

Il lavoro da insegnante
Nel 1909, con invito del sindaco di Brisighella Francesco Bracchini, venne nominato insegnante presso la Scuola Comunale d’Arte e Mestieri appena aperta, lavoro che, nonostante l’offerta di incarichi prestigiosi che giunsero negli anni successivi, non volle abbandonare fino alla morte giunta nel 1944.

Esposizioni e riconoscimenti
Ugonia, a seguito di una intensa attività espositiva, conquistò riconoscimenti sia in campo nazionale che internazionale.
Nel 1913 fu invitato ad esporre dal Senefelder Club di Londra, l’associazione dei più noti litografi del mondo che prendeva il nome dall’inventore della tecnica. Socio onorario dell’associazione, ottenne ambiti riconoscimenti e il British Museum di Londra acquisì numerose opere. Diversi lavori furono presentati su riviste specializzate.
Nel 1915 la Galleria degli Uffizi acquistò la prima opera litografica a cui seguì la raccolta completa delle sue litografie, oltre a taccuini e disegni.
Nel 1914 partecipò per la prima volta alla Biennale di Venezia e ottenne la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale del libro e dell’arte grafica di Lipsia.
Nei decenni che seguirono vi fu una produzione costante di litografie e una frequente partecipazione a mostre nazionali e internazionali.
Opere sue sono conservate a Washington, San Francisco, Lipsia, Ginevra e in numerose collezioni private.

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