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La Rocca - percorso di visita
Ai lati del portone d’ingresso si notano le fenditure attraverso le quali scorrevano le catene del ponte levatoio ed al centro un incasso quadrato nel quale era probabilmente inserito lo stemma – in pietra arenaria – della Repubblica veneta.
Entrando si accede ad uno stretto andito acciottolato che ha sulla destra l’ingresso al Torricino e di fronte un portale, predisposto per una grata mobile, che consente l’accesso al grande cortile interno: qui, durante le invasioni nel corso dei secoli, tutta la popolazione del paese vi veniva accolta dopo aver raggiunto la struttura attraverso stretti camminamenti scavati nel gesso.
Dalla parte opposta del cortile vi è un accesso al sottosuolo dal quale si diramano corridoi (alcuni dei quali parzialmente inaccessibili) che servivano da magazzini per proiettili e derrate alimentari.
La torre più bassa, quella di destra, detta anche “Torricino”, oltre che come baluardo difensivo, doveva servire come alloggio per i soldati. Entrando si può notare sulla destra l’accesso a quelle che erano le carceri e, poco oltre di fronte, la scala che scendeva nella stanza con il pozzo a rasoio. Salendo per la scala a chiocciola è possibile notare le piccole camere adibite a dormitorio dei soldati e, proseguendo, si raggiunge la grande stanza circolare che serviva da posto di guardia, sala delle armi e punto di ritrovo per la truppa. Il Torricino è collegato al camminamento di ronda sulle mure da una passerella (un tempo mobile) ed alla torre più alta da un ponte levatoio interno: la struttura era così completamente isolabile in caso d’assedio.
Percorrendo il ponte si raggiunge il terzo piano della torre grande, che risale invece agli inizi del sec. XVI e che è stata eretta quando la Rocca era in mano alla repubblica di San Marco – viene difatti chiamata torre “Veneziana”. Questo torrione è suddiviso in sei vani sovrastanti, ognuno dei quali ha una volta particolare. Ai primi due, adibiti rispettivamente a raccolta delle acque e sala delle torture, si accede attraverso una stretta porticina dall’esterno. Il terzo vano, accessibile dal Torricino attraverso il ponte interno, serviva come abitazione. Ha un grande camino, un acquaio ed una finestrella con sedili su cui il castellano poteva sostare nella contemplazione della vallata.
Proseguendo per la scala a chiocciola si raggiunge il quarto vano che fungeva da camera da letto, riscaldata da un forno – utilizzato tra l’altro per la cottura del pane – e collegata ai piani inferiori da un montacarichi.
Questo vano è anche collegato al camminamento sulle mura sempre attraverso una passerella un tempo retraibile. Continuando a salire si accede al quinto vano (la cui copertura è a volta ogiva) che fungeva da stanza da letto nobiliare: vi hanno risieduto tra gli altri Lucrezia Borgia, Caterina Sforza ed il duca d’Este Alfonso II.
L’ultimo vano è un punto d’osservazione che consente di sorvegliare tutta la vallata del Lamone e, attraverso le feritoie sul pavimento, persino i movimenti di eventuali nemici sotto le mura.
La Rocca è stata restaurata, oltre che dai veneziani agli inizi del ‘500, nell’800, negli anni sessanta del secolo scorso ed agli inizi del 2000.