Salta navigazione
BRISIGHELLA
[t] Apri la barra con i tasti di accesso   [x] Nascondi la barra con i tasti di accesso   [1] Contrasto normale   [2] Contrasto elevato   [3] Testo medio   [4] Testo grande   [5] Testo molto grande   [n] Vai alla navigazione principale   [p] Vai al contenuto della pagina   [h] Home page

Contenuto principale

03 - Il gesso

Un minerale che è anche roccia

Monticino02_b.jpg
Monticino02_c.jpg

Questo minerale, tenero e luccicante, pur non essendo comune in Italia si trova un po’ lungo tutto l’arco appenninico fino in Sicilia: nella Romagna occidentale assume l’aspetto di una dorsale montuosa, lunga circa 20 km e larga in media appena uno, situata a cavallo delle Province di Ravenna e Bologna e nota come Vena del Gesso.

Ma cos’è il gesso?
Gesso selenitico, un aggregato naturale di grandi cristalli gessosi spesso geminati.
Il gesso è un sale in forma cristallina, chimicamente si tratta di un solfato di calcio bi-idrato (CaSO4.2H2O). La disposizione “a strati” delle molecole d’acqua del suo reticolo cristallino spiega ad esempio la sua facilissima e perfetta sfaldatura piano-parallela. Un’altra caratteristica di questo minerale è la scarsa durezza (è possibile inciderlo anche con l’unghia!).
Dotato di lucentezza vitrea e perfettamente incolore se puro, il gesso si presenta solitamente sotto forma di cristalli tipicamente geminati a “coda di rondine” o a “ferro di lancia”, oppure variamente prismatici. Gli spessi strati della Vena del Gesso sono per la maggior parte costituiti da roccia gessosa a grossi cristalli detto selenite.

Ma qual è la sua origine?
Circa 6 milioni di anni fa (nel cosiddetto Messiniano) una serie di eventi concomitanti causarono l’interruzione del collegamento Mediterraneo-Atlantico: come conseguenza vi fu un’immane catastrofe ambientale definita “crisi di salinità messiniana”.
Ripetuti episodi di evaporazione delle acque mediterranee portarono alla precipitazione di enormi quantitativi di sali minerali, depositi che sono stati rinvenuti sui fondali del Mediterraneo e che possiamo riconoscere, per esempio, anche negli spessi strati selenitici della Vena del Gesso romagnola.

Collegamenti a Social Networks

Risorse allegate