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Un'emersione precoce nella vena
Un’emersione precoce della Vena
La superficie irregolare qui affiorante rappresenta il fianco di un antico pendio gessoso eroso e carsificato più di 5 Ma (= milioni di anni fa). Si è conservata, eccezionalmente, in quanto “sigillata” e protetta dai sedimenti soprastanti più recenti: ma procediamo con ordine…
a) - Inizialmente, tra 6 e 5,6 Ma, su fondali marini poco profondi si depositarono a più riprese grossi strati di gesso con giacitura orizzontale (F.ne Gessoso-solfifera).
b) - Nel giro di 100 mila anni questi depositi gessosi vennero sollevati, piegati e fratturati e poi esposti all’azione degli agenti atmosferici.
c) - Gli anfratti e le piccole cavità prodotte dal paleocarsismo intrappolarono vari materiali e, tra questi, le ossa di numerosi animali terrestri.
d) - Successivamente questo settore venne poco alla volta occupato da ambienti lagunari e palustri che lo ricoprirono con pochi metri di melme ciottolose (F.ne a Colombacci).
e) - Il ripristino del collegamento tra Atlantico e Mediterraneo – verificatosi 5,3 Ma - determinò un’invasione di acque marine che ricoprirono la paleo-Vena del Gesso con una spessa coltre di fanghi, ovvero i depositi della F.ne Argille Azzurre.
La Formazione a Colombacci (FCOL). Databile tra 5,5 e 5,3 Ma (Mnome - piuttosto curioso – che indica gli eterogenei depositi essiniano finale), si presenta discordante sui precedenti depositi evaporitici: con ciò, in geologia, si intende che i gessi sottostanti sono stati prima deformati da imponenti forze (evento intra-messiniano) e, in un secondo momento, vi si è poi depositata sopra la FCOL (vedi pannello n. 11).