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BRISIGHELLA
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Museo Ugonia - percorso di visita

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La nostra visita inizia con l’accesso nella grande sala che raccoglie alcune tra le opere più salienti di Ugonia. 

Per alcune opere con descrizioni dettagliate si vedano il testo in fondo alla pagina o l'apposita scheda allegata sotto.

Ne elencheremo, di seguito, alcune tra le più significative partendo dalla parete di destra,:

I cipressi del Monticino (1920), Le ginestre (1914), L’olmo e la vite (1911), La Torre dell’Orologio (1929), Passeri (1926), Capuccetto Rosso (1930) e Il Tho (1919).
Si prosegue nella parete posta al centro con L’Autoritratto (1921).

Si continua nella parte posta a sinistra dell’accesso con Il viale di Villa S.Anna dove, ancora una volta, Ugonia si lascia incantare dal viale della sua abitazione, inesauribile fonte di ispirazione e scenario rigoglioso alle più intime vicende della sua vita. L’uso dell’acquarello raggiunge qui un notevole grado di astrazione con rapidi tocchi di pennello e tratti a matita altrettanto sommari. Il colore così, anziché distribuirsi in zone piene e definite, si limita a suggerire in maniera essenziale degli appunti cromatici per una successiva eventuale riflessione.
Seguono La novena di Natale (1912), La Rocca (1911), Luna Nuova (1921), La strada (1909), La Villa ( 1915), Dalla finestra dello studio (1914), Sera di festa ( 1930), Arcadia (1913),

Nell’ansa finale della sala sono esposti  il tavolo di lavoro e il tornio utilizzato per la tecnica litografica dell’artista. 

Alcuni oggetti personali e copie di pietre litografiche sono esposti nelle bacheche.

Oltre la grafica. A questa cultura di una grafica, che nel caso della litografia, si esercita in una figurazione di elevato significato espressivo, frutto di importanti ricerche, Ugonia affiancò una vena narrativa più immediata e cordiale, un tono facile e scorrevole: è il mondo dei cartoncini natalizi e dei biglietti augurali, degli ex-libris, un universo minuto che unisce ironia e familiarità. Ben lontani dalla retorica delle piccole cose, questi fogli, in parte esposti nelle bacheche del museo, di questa sala, sono piccoli capolavori, il gusto del taglio, la sapienza delle simmetrie, la coscienza del tragico, la capacità di infondere il soffio del simbolo ad ogni minimo oggetto naturale, una spiga, una rosa, un incrocio di rami,- l’uso di una linea capace di assottigliarsi riducendosi ad arabesco, rendono ogni volta il ristretto spazio dell’incisione un afflato di poesia che è insieme immagine della natura e simbolica affermazione. Una parte di queste piccole opere possono essere visionate anche nell’attigua saletta.

Dalla sala principale spostatevi nell’attigua saletta che si affaccia sul corridoio.

Saletta primo piano. Nel periodo tra il 1927 ed il 1829 Ugonia si recò a più riprese a Cascia per conoscere le caratteristiche naturali e trovare ispirazione per il suo lavoro. Si era infatti impegnato con Tommaso Nediani ad illustrare il suo libro su S.Rita da Cascia.
In questa sala si possono visionare le immagini realizzate per l’opera dedicata a S.Rita da Cascia. Si possono vedere, inoltre, anche alcuni esempi di cartoncini che l’artista realizzava per occasioni diverse.

Capuccetto Rosso (1930): opera, a matita e acquarello, in cui Ugonia ambienta la favola di Capuccetto Rosso nel paesaggio brisighellese, e più precisamente nel bosco di Villa S.Anna. Pensata per allietare il riposo forzato della figlia Anna, a letto per una temporanea indisposizione. In un formato orizzontale stretto e lungo, si articolano senza alcuna cesura tre momenti diversi della narrazione. L’incontro tra Cappuccetto Rosso ed il lupo è il momento principale della fiaba: la scena occupa la zona centrale, in netta evidenza rispetto agli altri due episodi. L’atmosfera fiabesca è assicurata dal tono verde–azzurro predominante, su cui spicca come uno squillo la cuffietta rossa della bambina a sottolineare che è lei la protagonista della favola.

La Villa ( 1915), i colori divisi a minuscoli tocchi danno a questo notturno il tono crepuscolare di un’opera simbolista. Il luogo raffigurato, uno dei più cari a Ugonia, è ancora Villa Ginanni Fantuzzi, già Spada, nel cui parco sorge tutt’ora Villa S.Anna, abitazione- studio dell’artista. E’ un pezzo di bravura eseguito attorno al tema dei gradi diversi della luce, una specie di fuga dal buio che culmina in quella facciata bianca già però corrotta dalla giustapposizione di particelle di colore blu e verde.

Dalla finestra dello studio (1914), pochissimi tratti di matita, in questo acquerello, bastano ad accennare la vista dalla finestra dello studio: un’immagine contemplata ogni giorno dallo studio di Villa S.Anna che la inquadra come in un trompe-l’oeil. E’ la finestra tante volte ripresa nelle litografie di biglietti augurali e negli ex-libris, qui sospesa nell’incanto di un silenzio invernale.  Una veduta appena accennata eppure molto leggibile, qualificata da una luce trasparente ed invernale. E’ un panorama intimo.

Arcadia (1913), omaggio al stile liberty, rappresenta un colle nei pressi di Brisighella, immaginato secondo un disegno architettonico, sulla cima del colle ripreso dal basso gli alberi disposti in circolo attorno ad un cipresso svettante compongono una ghirlanda di fronde.  Vi si può riconoscere il Parco delle Rimembranze di Brisighella, concepito con un disegno simile e destinato proprio in quell’anno ad ospitare il monumento al soldato dormiente di Domenico Rambelli.

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